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Don Abbondio paradigma comportamentale

 Don Abbondio non ha di che sentirsi lusingato dalle dimostrazioni d'affetto che il Manzoni esprime nei suoi confronti: i numerosi «nostro» a lui riferiti o le ripetute manifestazioni d'empatia sono conseguenza della posizione di Abbondio rispetto alla linea che, nella mente dell'autore, separa gli eroi e gli umili dagli antagonisti, i biasimevoli o malvagi. Don Abbondio, ovviamente, sta dalla prima parte. Il nostro curato appartiene infatti a quella schiera di eroi che hanno come attributo un'emozione, una qualità, uno stato d'animo. Così Achille dell'ira, così Odisseo dell'astuzia, come Abbondio della rassegnazione: il sentimento più intelligente, poiché frutto di un analitico e consapevole ragionamento (nel caso del curato, «comprendere che la peggiore condizione, a que' tempi, era quella d'un animale senza artigli [...]»); al quale segue una doverosa scelta, che segna una volta il corso degli eventi affinché non si stravolga più (obbedire «ai par

Attilio Mazzanti e la dilogia del televisore

Su  I grandi classici Dinsey numero 103 il curatore Pier Luigi Gaspa dedica alcune pagine ad Attilio Mazzanti , autore meteora del mondo calisotiano ma ben più prolifico su altri lidi, spesso sotto lo pseudonimo di Alex Murray. Le sue poche storie, appena undici, pubblicate su Topolino  e Almanacco , rivelano spesso un gusto per l'esotico e in particolare per la fantascienza , genere prediletto dell'autore genovese, cui appartengono due delle vicende sceneggiate da Mazzanti e riproposte nel volume. Le commentiamo di seguito in quanto legate da un fil (o meglio, un  écran ) rouge  molto particolare. Astralpippo n. 9999! (disegni di G. B. Carpi) è una storia molto particolare, che mescola ambientazioni oniriche e personaggi fantasiosi: la tematica centrale è la fantascienza dei viaggi spaziali tipica di quegli anni, in cui il rinnovato interesse per il cosmo, dovuto alle sperimentazioni di USA e URSS, aveva portato a una ripresa e rinnovamento del genere. Questa avventura, che a

Topolino 3573-3580: tra isole nascoste, compleanni e sonnambulismo, prevale comunque Zio Paperone

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 Ho due buoni mesetti di Topolino libretto su cui non ho scritto niente, in parte perché non li ho letti, in parte perché non ne ho trovato il tempo e le parole. La mia attività di lettore prosegue comunque con vari recuperi: ho acquistato di recente i diciotto volumi della serie bianca de I Maestri Disney , due Grandi Autori  dedicati a Martina e Scarpa e altri numeri di testate varie, che ho già iniziato a leggere.  Lascio comunque qualche riga sulle storie dei numeri dal 3573 al 3580: spero che questo grande pastone possa essere spunto per una riflessione diversa su Topolino , che esuli dalla stagna recensione settimanale: così come analizziamo le altre età del fumetto Disney italiano a "periodi" (c'è chi parla di epoca d'oro, chi di classicismo disneiano…), potremmo iniziare a farlo anche con quella attualmente in corso. Otto numeri dell' epoca bertaniana  sono un valido campione per capire a fondo la prima maturità di questa gestione, iniziata nel 2019. Zio P

Battiato e fumetti Disney

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Sappiamo che il fumetto Disney, in particolare quello prodotto in Italia, è da sempre un limpido specchio delle mode, delle tendenze e dei costumi della società. Non è perciò difficile pensare che uno dei più grandi cantautori, se non il più grande, della musica italiana sia stato ospitato sulle pagine delle testate disneiane: questo post, in continuo aggiornamento, ci si propone perciò di catalogare tutte le occasioni in cui gli albi Disney hanno dato spazio a Franco Battiato , fra articoli, riferimenti e citazioni. Di ogni record si forniscono:  la data;  il codice I.N.D.U.C.K.S. (se previsto per il contenuto, altrimenti quello della pubblicazione in cui esso compare, nel formato xx/YY 1234 ) e il titolo; una breve descrizione, con la collocazione precisa del riferimento all'interno del contenuto (e.g. tavola e vignetta o numero di pagina); l'opera di Battiato citata; la fonte (poiché molte segnalazioni non sono opera mia, ma vengono dalla rete), con una mia conferma o ancor

Topolino 3572: il finale di Casty, Sinner e un doppio Perina

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Con grande e colpevole ritardo, ed evitando la prima puntata di Pippo Holmes, storia che preferisco leggere tutta d'un fiato, spendo due parole sul numero di Topolino uscito l'8 maggio, la cui copertina, a cui è abbinata la storia d'apertura, mostra una versione papera di Jannik Sinner: è una scelta strana perché, se durante la direzione De Poli questa pratica era normale, Bertani l'ha ridotta sempre di più, lasciando ai cosiddetti vip "paperizzati" soltanto lo spazio di un articolo. La storia con protagonista tale Quacknik Spinner, affidata a Roberto Gagnor, risulta un'avventura tutto sommato piacevole e non risulta, come rischiava, essere stucchevole o melensa. La vicenda è ben presentata, i personaggi interagiscono con grande naturalezza con il loro nuovo comprimario, la conclusione soddisfa e stupisce. L'unica nota dolente è rappresentata dai disegni di Perina, molto altalenanti: se alcune espressioni sembrano particolarmente riuscite, altri volti